Da sempre riesce a immergersi nell’eterna magia del racconto, perdendosi ogni volta in dimensioni nuove e traboccanti di imprevisti. Prima lettrice insaziabile, poi sociologa dell’educazione e autrice di saggi, romanzi e racconti fiabeschi, Rosa Tiziana Bruno si serve ancora della letteratura per affinare prima l’animo, oltre che la mente.

Da bambina, sua madre la definiva ‘cosmopolita’ perché nata alle falde del Vesuvio, cresciuta a Napoli, durante gli anni della prima infanzia, e poi trasferitasi definitivamente a Salerno insieme ai suoi genitori di origini cilentane; la sua professione continua ancora oggi a stringerle la mano nei suoi lunghi viaggi in giro per l’Italia.

“Da bambina leggevo moltissimo, era un momento di grande gioia – ha raccontato la scrittrice –, ma oltre al divertimento, traevo anche insegnamento dalle pagine in cui mi perdevo. I libri mi aprivano la mente, trovavo l’atteggiamento giusto per superare i momenti difficili nella vita; anche i bambini possono averne. La letteratura, poi, è piena di imprevisti; il protagonista li risolve e ne esce cresciuto, migliorato. È stato quasi naturale per me trasformarmi da lettrice a scrittrice. Mi piacerebbe oggi che, attraverso i miei libri, i bambini e i ragazzi trovassero la stessa motivazione che ho provato da bambina. Un po’ come restituire la gioia che ho ricevuto ed espanderla”.

Ha impugnato la penna dieci anni fa, dando vita al suo primo romanzo per ragazzi, nonostante avesse già da tempo compreso “l’eterna magia del racconto che può essere ripetuta e moltiplicata”, soprattutto a scuola dove “le storie rappresentano l’aiuto più prezioso”.

Dopo aver vinto l’International Writers Award dell’Institute for Education di Los Angeles nel 2017 e il premio come ‘Miglior libro italiano’ nella sezione ‘Children's Book’ dei Gourmand World Awards nel 2018, è stata di recente candidata al premio UNESCO di educazione alla sostenibilità con il saggio Educare al pensiero ecologico.

Nonostante il tempo che scorre e l’esperienza che continua a germogliare, Rosa Tiziana Bruno ammette di scoprire ogni volta come il suo “lato bambino” sia ancora intatto: “Viene fuori quando incontro gli studenti a scuola e non è da sottovalutare perché rappresenta un ponte unico di comunicazione – ha continuato –. Mi sorprende, inoltre, come i bambini dal Nord al Sud siano sempre molto simili, nonostante le tante differenze culturali, sociali, economiche. Trovo ogni volta assenza di stereotipi, di vizio, di condanna, e apertura nel comprendere l’altro; se mi confronto con i ragazzi delle scuole superiori, raramente ritrovo queste capacità”.

È fin da bambina un’entusiastica appassionata di storia, Rosa Tiziana Bruno, tanto da dedicare gran parte della sua ricca produzione letteraria alla scoperta del passato: raccontare i nostri predecessori per far sì che siano a noi più vicini. Molti dei suoi romanzi per ragazzi sono descrizioni dettagliate dell’epoca straordinaria dell’Impero Romano – L’ultimo gladiatore di PompeiLa locanda di Asellina –, o della Magna Grecia con il recente Kairòs, Un giorno in Magna Grecia. Ma “un buon libro è un libro per tutti”: è per questo che i suoi racconti nascono con l’esigenza di avvicinare i più piccoli alla narrativa e alla storia, ma diventano lettura godibile anche per occhi più adulti.

“Ci tengo ogni volta a studiare quei dettagli della vita quotidiana che oggi diamo per scontati, ma che invece ci legano al nostro grandioso passato. Ne L’ultimo gladiatore di Pompei, ad esempio, Tito si lava i denti con una pasta dentifricia a base di salvia e poi scioglie sulla lingua una pasticca a base di menta per profumare l’alito: sono abitudini che fanno parte del nostro vivere civile, ma che hanno in realtà origini molto lontane”, ha spiegato.

La scrittrice, inoltre, tende a far emergere i diversi aspetti della vita di un bambino dell’epoca imperiale, a seconda della sua classe sociale d’appartenenza. Tito, infatti, è figlio di uno degli uomini più ricchi di Pompei, produttore del garum, la salsa di pesce che si utilizzava per condire, mentre Lucilla è figlia di un aristocratico caduto in disgrazia, costretto a combattere come gladiatore. Insieme affrontano intrighi e sviluppi inaspettati, di fronte alla sciagura dell’eruzione del Vesuvio. 

La copertina de L’ultimo gladiatore di Pompei di Rosa Tiziana Bruno

“Ricordo un dibattito molto interessante con i bambini, durante una presentazione del libro: è giusto aiutare qualcuno che ci ha fatto del male, anche se in pericolo di vita? Mi colpì molto la loro capacità di riflettere, nonostante l’età. Perché i bambini attendono risposte, si pongono domande”, ha aggiunto l’autrice.

Più recentemente, grazie anche alla collaborazione con il Parco Archeologico di Paestum e Velia e il Ministero dei Beni Culturali, Rosa Tiziana Bruno ha fatto un salto nel passato nell’antica Poseidonia, oggi Paestum, per esplorare le meraviglie della città intitolata al Dio del mare e dell’antica Elea, oggi conosciuta come Velia. In Kairòs, seguiamo l’incontro straordinario tra Elena, vacanziera del 21esimo secolo, e Philippos, cittadino del quarto secolo a.C.; le loro strade s’intrecciano in un viaggio nel tempo nella grandiosa Magna Grecia, persi tra filosofi e medici – tutti realmente esistiti – e donne che sognano un futuro migliore.

“Si riflette sull’amicizia e sull’importanza di cogliere l’istante irripetibile e prezioso che non si può misurare. Il kairòs – ha concluso la scrittrice – è il momento in cui siamo in piena armonia con l’universo”.