BUENOS AIRES – L'Unión Obrera Metalurgica (Uom) ha proclamato uno sciopero nella provincia della Terra del Fuoco, uno dei principali poli industriali del Paese, dopo che è emersa l’intenzione del governo di eliminazione di dazi per l’ingresso di cellulari, televisori e condizionatori d'aria dall'estero.
La misura includerebbe anche una riduzione delle imposte interne, sia per i prodotti importati che per quelli fabbricati sul posto.
Dal sindacato hanno fatto sapere che stanno “difendendo il lavoro argentino” e hanno denunciato che la decisione del governo “mette a rishcio oltre 6000 posti di lavoro e minaccia di smantellare un’industria strategia per lo sviluppo nazionale e la sovranità produttiva”.
Mercoledì, la Uom ha guidato una massiccia mobilitazione nella città di Río Grande, in Tierra del Fuoco, dove i rappresentanti sindacali hanno definito la situazione come “un momento cruciale” e hanno assicurato che non permetteranno che “oltre quattro decenni di crescita e investimenti nella provincia verranno buttati via a causa di decisioni imposte che non tengono il conto della realtà locale”.
“L'attività rimarrà completamente paralizzata finché non si troverà una soluzione che garantisca la stabilità occupazionale e i diritti dei lavoratori coinvolti”, si legge in un comunicato.
Da parte sua, anche la Confederación General del Trabajo (Cgt) si è espressa contro il piano di Javier Milei, definendolo “una decisione sbagliata che minaccia l’industria nazionale e l’occupazione argentina”.
L'annuncio ufficiale è stato fatto dal portavoce presidenziale, Manuel Adorni, che ha confermato che il governo eliminerà progressivamente i dazi sull’importazione di alcuni prodotti elettronici. “Con un decreto che verrà pubblicato alla fine di questa settimana, probabilmente giovedì o venerdì, l’imposta per importare telefoni cellulari passerà dal 16% a zero”, ha dichiarato.
La misura verrà applicata in due fasi: una prima riduzione immediata dell’8% e la restante a partire dal 15 gennaio 2026. Secondo il governo, questo fa parte di una strategia di liberalizzazione del mercato e punta a incentivare la concorrenza, in un contesto in cui i prezzi dei prodotti elettronici sono aumentati ben oltre l’inflazione media.