Non tutti sanno che nel cuore di Brisbane si trova una delle opere più suggestive dello scultore italiano Arnaldo Pomodoro, venuto a mancare il 22 giugno scorso, alla vigilia del suo 99º compleanno. La sua scomparsa segna la fine di un’epoca per l’arte contemporanea, ma le sue opere continuano a parlare, a emozionare e a raccontare storie che uniscono passato e presente. Tra queste, ‘Forme del mito’ rappresenta un vero gioiello nascosto in Australia, un pezzo d’Italia che vive e respira dall’altra parte del mondo. Realizzata nel 1983, ‘Forme del mito’ nasce inizialmente come scenografia per la tragedia greca ‘Agamennone’, messa in scena in un teatro di Gibellina, in Sicilia. Pomodoro, già allora celebre per le sue ‘sfere ferite’ che svelano meccanismi interni e simbolizzano la tensione tra perfezione esterna e complessità interiore, decide di trasformare quelle imponenti strutture sceniche in vere e proprie sculture autonome. Dopo essere state esposte in Italia, queste opere monumentali viaggiano fino in Australia per l’Expo di Brisbane del 1988, dove diventano immediatamente un simbolo di arte e dialogo interculturale.

Le quattro sculture, ‘Il Potere (Agamennone)’, ‘L’Ambizione (Clitennestra)’, ‘La Macchina (Egisto)’ e ‘La Profezia (Cassandra)’ incarnano figure mitiche che parlano a ogni epoca. Con esse, Pomodoro indaga la natura umana, riflettendo sui grandi temi dell’esistenza: il potere come strumento di dominio e distruzione, l’ambizione che divora e spinge oltre ogni limite, l’inganno e la macchina del tradimento, la voce profetica spesso inascoltata. Ogni scultura, con le sue forme spigolose e le superfici incise, sembra un frammento di un racconto antico che si proietta nel presente, ricordandoci quanto i miti greci parlino ancora oggi di noi.

Dopo l’Expo, il Brisbane City Council decide di acquistare l’intero ciclo, scegliendo di collocarlo in uno spazio pubblico affinché tutti possano fruirne liberamente. Oggi ‘Forme del mito’ si trova ai piedi di Jacob’s Ladder, nel cuore pulsante della città, dove migliaia di persone passano ogni giorno senza sapere che quelle sculture raccontano una storia universale, carica di simbolismo e di riflessioni sulla condizione umana.

L’opera di Pomodoro va oltre la pura estetica: ogni incisione, ogni spaccatura, ogni superficie lavorata è un invito a guardare oltre l’apparenza, a scoprire ciò che si nasconde dietro le strutture che reggono le nostre società e le nostre vite. Nei suoi lavori, Pomodoro riesce a fondere la forza della materia con la profondità del pensiero filosofico, creando un linguaggio visivo unico e riconoscibile in tutto il mondo. 

La presenza di queste sculture a Brisbane è anche un simbolo del legame culturale tra Italia e Australia, un ponte che unisce due mondi lontani attraverso l’arte. Molti italiani della città e del Queensland vedono in ‘Forme del mito’ non solo un’opera straordinaria, ma anche un pezzo di casa, un frammento di identità che parla di radici e di memoria.

Oggi, con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro, queste opere assumono un significato ancora più profondo. Visitare ‘Forme del mito’ non significa soltanto ammirare un capolavoro di scultura contemporanea, ma anche rendere omaggio a un artista che ha dedicato la sua vita a raccontare la complessità dell’essere umano e a interrogarsi sul senso della storia e del destino.

Chiunque si trovi a Brisbane, italiano o no, dovrebbe prendersi un momento per fermarsi davanti a queste sculture, lasciarsi attraversare dalle emozioni e riflettere sul potente messaggio che portano con sé. In un’epoca in cui spesso si corre senza fermarsi a guardare, ‘Forme del mito’ ci invita a fare esattamente il contrario: a sostare, a osservare, a ricordare. Un lascito prezioso, che rende Arnaldo Pomodoro immortale ben oltre la sua vita terrena.