MONTEVIDEO – L’Uruguay è a un passo dal diventare il primo Paese dell’America Latina a legalizzare l’eutanasia.  

Il Senato sta discutendo il progetto di legge sulla “muerte digna”, già approvato dalla Camera dei Deputati, che dovrebbe essere votato senza modifiche nelle prossime ore. 

Aprendo il dibattito, il senatore del Frente Amplio, Daniel Borbonet, ha ricordato che “eutanasia significa buon morire, morte dignitosa: è un diritto a decidere, non un’imposizione”, e ha sottolineato che la proposta si fonda sui principi di autonomia, libertà e dignità, con l’obiettivo di “garantire a ogni persona la possibilità di affrontare il fine vita in modo indolore e rispettoso”. 

Il disegno di legge consente a ogni maggiorenne capace, affetto da una malattia incurabile e irreversibile in fase terminale, di chiedere che gli sia praticata l’eutanasia secondo un preciso protocollo medico. La decisione dovrà essere valutata da due medici, e in caso di disaccordo interverrà una Junta Médica. 

Borbonet ha difeso il testo come “un equilibrio tra garanzie e tempi umani”, ricordando che le grandi conquiste civili in Uruguay, dal voto femminile al matrimonio egualitario, sono sempre nate da intensi dibattiti. 

Non sono mancate le critiche: il senatore e storico leader colorado Pedro Bordaberry ha definito la legge “scritta male e approvata in fretta”, denunciando carenze giuridiche e la mancanza di un vero accesso alle cure palliative, “non garantite in tutto il Paese”.  

Tra i promotori, il deputato Federico Preve (Frente Amplio) ha difeso la riforma come il coronamento di “anni di discussione e riflessione”, sottolineando che la legge “non obbliga nessuno, ma riconosce la libertà di scegliere come morire”. 

Se approvato, il provvedimento renderà l’Uruguay, ancora una volta, pioniere nel continente in materia di eutanasia, rafforzando la sua tradizione laica e progressista sui diritti civili.  

Il Paese vanta una lunga tradizione di riforme che lo rendono un modello di progresso civile in America Latina.  

Nel 1913 fu il primo Paese dell’America Latina a riconoscere il diritto di divorzio, nel 1932 introdusse il voto femminile, diventando tra i primi al mondo a garantire alle donne il diritto di partecipare alla vita politica.  

Anche in tempi più recenti ha consolidato la sua vocazione progressista: nel 2012 è stato il primo Stato dell’America Latina a legalizzare l’interruzione volontaria di gravidanza, nel 2013 ha approvato il matrimonio egualitario, secondo Paese del continente dopo l’Argentina, e nello stesso anno è diventato il primo Paese al mondo a legalizzare la produzione e vendita di cannabis sotto controllo statale.