BUENOS AIRES – È un pendolare transoceanico. L’onorevole Franco Tirelli (Maie), eletto alla Camera dei Deputati in rappresentanza degli italiani del Sudamerica, fa la spola, ogni 15 giorni, tra Roma e la sua Rosario.
“Perché oltre alla presenza in Parlamento – dice – è fondamentale stare sul territorio, mantenere il contatto con i miei concittadini, raccogliere le loro inquietudini e necessità”.
Ospite del Círculo Italiano di Buenos Aires, in occasione della tradizionale Cena del lunes, ha conversato con i presenti sul suo lavoro, sui temi caldi come cittadinanza e immigrazione, sulla situazione politica all’indomani delle elezioni europee. Sull’Italia “vista da qua” e sull’Argentina vista “da là”.
Quali sono i temi per i quali viene più spesso consultato? Ruotano fondamentalmente intorno alle pratiche per la cittadinanza.
“Lamentele per la mancanza di turni nei vari consolati – spiega Tirelli – e molta preoccupazione per possibili modifiche alla legge sullo ius soli”.
Il riferimento è a una proposta di legge depositata l’anno scorso che restringerebbe i requisiti per ottenere la cittadinanza per ricostruzione.
“La proposta è redatta male e non credo che passerà, ma il punto è cosa vuole fare lo Stato italiano con i potenziali futuri cittadini – dice il deputato –. C’è chi ha già fatto causa all’Italia per mancanza di turno al consolato, e ha vinto. Finora i giudici non hanno addebitato spese allo Stato, ma se questo dovesse cambiare avremmo un grande problema”.
Molti bypassano il problema dei turni trasferendosi in Italia per un periodo per realizzando il procedimento direttamente in loco. Prendono il domicilio in un piccolo Comune e sperano in tempi più rapidi.
“Sono sempre di più le persone che scelgono questa strada – afferma Tirelli –. Con la conseguenza che ora anche i piccoli Comuni accumulano ritardo”.
Da tre mesi, i tempi di attesa sono saliti a sei, e ora anche a nove, con tutto il disagio di doversi mantenere con i propri risparmi in Italia (con il pericolo che i soldi finiscano) e con le difficoltà di vivere la quotidianità, farsi capire e comprendere le regole e la burocrazia di un Paese straniero.
Altro problema sono le truffe legate ai gestori disonesti che assicurano di velocizzare la pratica e poi scompaiono nel nulla. “Se proprio si vuole percorrere questa strada almeno non pagate in anticipo” consiglia Tirelli.
All’indomani delle elezioni europee, al Círculo Italiano si è discusso del terremoto politico per il trionfo di Marine Le Pen in Francia, che ha portato il presidente Emmanuel Macron allo scioglimento anticipato delle Camere.
Le cause della vittoria dell’estrema destra vanno cercate, secondo Tirelli, nell’atteggiamento pro-bellicista del presidente francese che ha paventato la possibilità di un intervento diretto nel conflitto tra Russia e Ucraina. Tanto che “non si prevede una guerra tra la Russia e la Nato, ma probabilmente tra Francia e Russia e tra Germania, Inghilterra e Russia nel giro di un anno” osserva Tirelli. Sul voto europeo, inoltre, hanno pesato i conflitti legati all’immigrazione.
“La vittoria del partito di Giorgia Meloni in Italia non è stata una sorpresa – continua il deputato –. Non ci si aspettava invece il risultato del Partito Democratico, dato a non oltre i 21 per cento e arrivato al 24 per cento, e nemmeno la disfatta dei Cinque Stelle”.
Franco Tirelli ha anche illustrato la sua attività come membro della Commissione Esteri della Camera. “Stiamo cercando di concludere accordi tra università per la doppia validità della laurea nei due Paesi – dice – in modo da favorire la mobilità di professionisti senza gli attuali problemi di convalida del titolo di studio”.
Altro tema caldo è come attrarre investimenti di industrie italiane.
“Gli imprenditori italiani non scartano l’ipotesi di venire in Argentina ma vogliono capire come evolverà la situazione da qui a fine anno" dice il deputato. L’incidente diplomatico di Milei con la Spagna, che ha ritirato l’ambasciatore, potrebbe giocare a favore delle industrie italiane.
“Posso dire che gli imprenditori sono molto interessati a quanto accade qui – conclude Tirelli –. Alla fine dell’anno scorso sono rimasto colpito da come seguivano le elezioni e come erano informati sui diversi candidati, perché hanno parenti in Argentina, ma anche per un interesse specifico di tipo commerciale”.