Di obesità, che rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale, incidendo profondamente sullo stato di salute poiché si lega a malattie quali il diabete e l’ipertensione, oltre ad essere con il sovrappeso tra i principali fattori di rischio oncologico, si parla ormai molto. Dall’altra sponda c’è un dilagare di ortoressia di cui si parla meno.
E’ un disturbo alimentare che deriva da una forma di attenzione ossessiva, esagerata, abnorme delle regole alimentari, della scelta dei cibi. Ne soffrono tanti adolescenti, oltre che adulti, solitamente in ansia di perfezionismo, di adeguamento alle aspettative familiari e sociali. E l’ortoressia non è meno grave di altri disturbi alimentari. C’è nel mezzo una tendenza healthy , alla salute che sta contagiando gli stili di vita, cambiando la ristorazione ad esempio che sempre di più tende a proporre un menù “sano” come si dice, molto meno grasso di anni fa. L’obesità, si diceva all’inizio, è una sfida corrente a livello di prevenzione e di strategie sistemiche. I gruppi socialmente vulnerabili sono i più colpiti dall’obesità perché hanno meno accesso all’educazione e a corrette informazioni su stili di vita e salute. Inoltre, i cibi più economici hanno minore qualità nutrizionale ed elevata densità energetica, rendendo difficile l’adozione di un’alimentazione sana ed equilibrata. Parallelamente a questo c’è una grande battaglia contro gli zuccheri, contenuti in bevande, cibi industriali e raffinati, il cui consumo eccessivo è tra i comportamenti alimentari scorretti sin dall’infanzia e non solo.
L’ortoressia è invece più subdola, è difficile da diagnosticare, ma quello che è certo è che incide sulla sfera relazionale, emotiva e corporea dell’individuo che sostituisce la dimensione di piacere e il senso di soddisfazione procurato dal cibo con quello per l’attenzione rigida e accurata delle regole di un piano alimentare. Sarà per questo mantra di cibo sano, di controllo degli eccessi alimentari che quest’anno non solo al ristorante ma come dicevamo prima anche in un luogo di goduria come la gelateria è cambiata l’aria. Il trend è di consumare i sorbetti, che sono gelati senza latte e con basso contenuto di zuccheri. I gusti cambiano, le creme sono classiche ma si moltiplicano i sorbetti alla frutta. Chiedere la panna va detto ormai sottovoce e in segreto (doppia panna da golosi è tabù anche pensarlo). Se è buono non fa venire sete, il test può essere quello. Come per obesità e ortoressia anche per i gelati si va per estremi così alla dilagante moda del senza “nè latte nè zuccheri” fa da opposto l’eccesso con gli squagli di creme psopra la vaniglia, i gusti oreo, sacher, doppio caramello.