Quindici anni fa, infatti, non era troppo inusuale che un sommelier venisse guardato con una certa circospezione dai commensali, o, ancor peggio, frainteso per un cittadino ‘somalo’ – confusione che nasceva dalla simile pronuncia inglese delle due parole. 

Mirco Tarducci decide, come tanti giovani italiani dagli inizi del XXI secolo, di lasciare l’Italia, nel suo caso Orbetello, in provincia di Grosseto, e tentare la sorte in Australia.

Con un’esperienza nella ristorazione già alle spalle, arriva a Perth nel 2012 e si inserisce immediatamente nel settore dell’ospitalità locale. L’amore per il vino, però, non sboccia immediatamente, nonostante Tarducci sia cresciuto tra il rosso toscano per eccellenza a base di uva Sangiovese e le numerose bottiglie di vino piemontese che il nonno materno commerciava. 

Seguono anni di esperienza presso la popolare enoteca italiana di Perth, Lalla Rookh, dove, sotto l’attenta guida del proprietario, Jeremy Prus, si avvicina al mondo del vino, rimanendone per sempre affascinato.

Una volta acquisita la cittadinanza australiana, Tarducci decide di intraprendere un’esperienza in Asia, dove inizia a collaborare con il noto chef stellato Umberto Bombana, proprietario di svariati ristoranti italiani stellati a Macao, Hong Kong, Shangai e Beijing. Bombana è anche conosciuto dai professionisti del settore come il “Re del Tartufo Bianco”, nonché unico ristoratore italiano a detenere il prestigioso riconoscimento delle tre stelle Michelin al di fuori del Belpaese.

Gli anni che Tarducci trascorre a Macao come capo sommelier del ristorante 8 ½ Otto e Mezzo Bombana (nome scelto in onore dell’omonimo film di Federico Fellini preferito dallo chef) sono segnati da una profonda crescita professionale, trovandosi a gestire una vasta carta di vini, dominata dai grandi classici e dalle nuove promesse del vino italiano, e coordinando anche un’intera squadra di sommelier.  

Tra le tante opportunità che si presentano in quel periodo, però, ce n’è una in particolare che segna in positivo la carriera di Tarducci. “Nel 2019 mi sono iscritto a un concorso mondiale di vino istituito dalla Maison champenoise di Ruinart, il Ruinart Sommelier Challenge. Ruinart è la più antica casa produttrice di Champagne, fondata nel 1729 a Reims, ad oggi parte del colosso Louis Vuitton Moët Hennessy, e ancora considerata come sinonimo di grande qualità”. Tarducci si trova a cimentarsi con numerose domande tecniche legate alla storia della casa produttrice e dello Champagne in generale, oltre a degustare alcuni vini alla cieca.

“Con un po’ di fortuna e un po’ di preparazione, dei 30 finalisti in gara, sono stato eletto vincitore”, confessa con modestia.

Ma quale premio si riceve quando si vince il Ruinart Sommelier Challenge? “Una settimana pagata nello Champagne, dove sono stato ospite della Maison. È stato particolarmente emozionante visitare le loro storiche cantine sotterranee, le crayères, risalenti a epoca romana (e patrimonio culturale immateriale UNESCO, che durante la Seconda guerra mondiale vennero spesso usate come nascondiglio per i membri della Résistance, come per le armi usate per contrastare la morsa nazista, ndr).

“Ho avuto anche modo di visitare altre cantine vinicole della regione e di degustare specialità gastronomiche locali in ristoranti stellati della zona. Con i vincitori di altre nazioni – poiché questo concorso si tiene in ogni continente –, abbiamo anche avuto il privilegio di ammirare le vigne della parte settentrionale dello Champagne dall’alto, sorvolandole in mongolfiera”.

Tarducci ci tiene anche a ricordare il tempo passato in compagnia dell’ex chef de cave di Ruinart, Frédéric Panaïotis, purtroppo scomparso all’età di 60 anni solo pochi mesi fa, durante un’immersione subacquea. “Se n’è andato facendo qualcosa che amava tanto quanto creare Champagne”, ricorda Tarducci.

Mirco Tarducci con il precedente chef de cave, Frédéric Panaïotis, scomparso pochi mesi fa.

Vincere il concorso Ruinart spalanca immediatamente le porte della ristorazione d’élite per Tarducci, che viene contattato da numerosi ristoranti stellati in Italia. Nel 2019, però, la lieta notizia dell’arrivo di una figlia. “Con mia moglie, anche lei impiegata in un ristorante stellato di Macao, abbiamo deciso di tornare in Australia, poiché parte della sua famiglia vive qua. Ovviamente abbiamo subito pensato a Perth, dove già avevamo contatti e sapevamo come muoverci”.

Ad oggi, la settimana di Tarducci è molto impegnativa, con turni da 10 ore presso il ristorante ed enoteca The Heritage di Perth, che sono spalmati su quattro giorni consecutivi, così da avere tre giorni festivi durante i quali ha modo di trascorrere tempo in famiglia e studiare. “Nell’agosto del 2024, sono riuscito a passare il livello advance del Court Master Sommelier al primo tentativo. Adesso sto facendo di tutto per prepararmi all’esame come Master Sommelier (MS)”.

Di Master Sommelier al mondo ce ne sono poco meno di 300 e non è del tutto inusuale imbattersi in professionisti del settore che hanno speso una decade o più a inseguire l’agognato titolo, alcune volte anche sacrificando la propria vita personale. Altri, invece, si sono visti costretti ad abbandonare il sogno impossibile per salvare il proprio matrimonio.

 “Per passare l’esame come MS, ci vuole tanta preparazione tecnica e dedizione. È anche un grande esercizio economico, poiché c’è una parte di degustazione alla cieca, e per prepararsi a questa si devono assaggiare vini da tutto il mondo, preferibilmente in gruppo con altri candidati così da confrontarsi e imparare l’uno dall’altro”. C’è poi il costo legato al viaggio verso la sede esaminativa, che fino all’anno scorso era oltreoceano. “Finalmente da quest’anno l’esame da MS è offerto anche a Sydney. Prima si doveva volare in Inghilterra o in Austria”.

La domanda, “Ma chi ve lo fa fare?”, nasce spontanea. “Ottima domanda – risponde Tarducci, ridendo –. La risposta penso sia molto personale. Nel mio caso, gradisco questo tipo di competizione con me stesso”.

Augurando a Tarducci di aggiungere, prima o poi, quelle fatidiche e tanto sudate lettere dopo il suo cognome, concludiamo l’intervista chiedendogli del suo vino preferito. “Essendo toscano, il Sangiovese naturalmente scorre nelle mie vene. Ma se dovessi scegliere l’ultimo vino che berrei, sicuramente un rosso a base Nebbiolo”.

Massolino Langhe Nebbiolo DOC

 

Da una delle case produttrici piemontesi preferite da Mirco Tarducci, un rosso a base di uva Nebbiolo, elegante e di spiccata freschezza, con un marcato tannino corredato da gustosi sentori di frutta a bacca rossa, quali la ciliegia, e nera come le more di gelso.

L’abbinamento gastronomico preferito da Tarducci è quello con pappardelle ai funghi porcini, riduzione di tartufo nero, crema di Parmigiano e tartufo nero fresco. Tarducci ci spiega che: “La tipica aromaticità del Nebbiolo si sposa perfettamente ai sapori autunnali e terrosi dei funghi e del tartufo. Inoltre, si accompagna bene alla nota sapida della crema di Parmigiano, che agevola il bilanciamento della parte tannica del vino. La freschezza di questo uvaggio aiuta ad alleviare la grassezza del piatto e allo stesso tempo a spingere i sapori a tutto il palato”. Personalmente, lo gradisco sia come un classico della cucina piemontese, il pollo alla Marengo, o con il formaggio semi-stagionato, Testun al Barolo.