CANBERRA – L’apparato burocratico a sostegno dell’azione del governo Albanese è stato rafforzato con quasi 115.000 dipendenti nei settori della conformità, regolamentazione, amministrazione, gestione di progetti, marketing, risorse umane, e sulle politiche pubbliche.

Da quando, alla fine del 2019, l’organico della pubblica amministrazione australiana ha toccato il livello minimo degli ultimi 14 anni con 144.704 dipendenti, un’esplosione di burocrati federali avvenuta in seno al governo Albanese porterà la pubblica amministrazione a raggiungere il numero record di 213.000 addetti nel 2025-26. Nel contempo, secondo dati pubblicati lo scorso mese dall’Ufficio australiano di statistica, alla fine di maggio, quasi un milione di lavoratori era impiegato in ruoli di governo a livello federale, statale, territoriale e locale.

Questi dati sono stati pubblicati proprio mentre il governo federale ha annunciato una conferenza di tre giorni sulla produttività, prevista per agosto a Canberra, con l’obiettivo dichiarato di trovare “nuove strade per accrescere la crescita economica e migliorare gli standard di vita”. Il ministro del Tesoro Jim Chalmers ha sottolineato l’importanza di un maggiore contributo del settore privato.

“Vogliamo vedere il settore privato giocare un ruolo sempre più grande man mano che la crescita dell’economia prende slancio – ha dichiarato –. Abbiamo alcune riforme in corso, ma sappiamo di dover fare di più, e pensiamo che il modo migliore per capirlo sia lavorare insieme: è questo il senso della tavola rotonda sulla riforma economica”.

Il primo ministro Anthony Albanese ha difeso la crescita dell’apparato burocratico, dichiarando che il suo governo ha scelto di rafforzare i servizi di prima linea, riducendo la dipendenza da consulenze esterne e manodopera a contratto. “Abbiamo tagliato i consulenti esterni per offrire consulenza di qualità tramite personale interno”, ha detto Albanese, in riferimento anche alle raccomandazioni successive allo scandalo del Robodebt.

La ministra del Servizio pubblico, Katy Gallagher, ha promesso una riforma strutturale del settore, con una maggiore attenzione all’equità e alla diversità. Tuttavia, i dati rivelano criticità persistenti: la percentuale di dipendenti pubblici indigeni è scesa al 3,4%, il livello più basso in nove anni, contro l’obiettivo del 5% fissato dal governo per il 2030.

Il numero di dipendenti federali è passato dai 144.704 del 2019 ai 213.000 previsti per il 2025-26. Secondo l’APS (Australian Public Service), il settore ha registrato un’impennata di quasi 41.000 unità negli ambiti di compliance, gestione progetti, HR, comunicazione, politiche pubbliche e amministrazione tra il 2019 e il 2024.

Il primo ministro Anthony Albanese ha difeso la crescita dell’apparato burocratico, dichiarando che il suo governo ha scelto di rafforzare i servizi di prima linea, riducendo la dipendenza da consulenze esterne e manodopera a contratto.“Abbiamo tagliato i consulenti esterni per offrire consulenza di qualità tramite personale interno”, ha detto Albanese, in riferimento anche alle raccomandazioni successive allo scandalo del Robodebt.

La ministra del servizio pubblico, Katy Gallagher, ha promesso una riforma strutturale del settore, con una maggiore attenzione all’equità e alla diversità. Tuttavia, i dati rivelano criticità persistenti: la percentuale di dipendenti pubblici indigeni è scesa al 3,4%, il livello più basso in nove anni, contro l’obiettivo del 5% fissato dal governo per il 2030.

Il numero di dipendenti federali è passato dai 144.704 del 2019 ai 213.000 previsti per il 2025-26. Secondo l’APS (Australian Public Service), il settore ha registrato un’impennata di quasi 41.000 unità negli ambiti di compliance, gestione progetti, HR, comunicazione, politiche pubbliche e amministrazione tra il 2019 e il 2024.